mercoledì 30 dicembre 2009

Esercizio del Kakie - 2

Esercizio del Kakie - 1

Esercizio del Kakie


E’ opinione diffusa che il Karate sia un’Arte Marziale che predilige la lunga distanza nel combattimento. Opinione affermatasi probabilmente in chi del Karate conosce esclusivamente l’aspetto sportivo . Il Goju-Ryu di Okinawa è all’opposto un’arte marziale che nella sua strategia di combattimento ricerca la corta distanza per applicare le sue caratteristiche tecniche offensive .
Gran parte degli stili di Karate, compreso il Go-Ju-Ryu di derivazione giapponese , hanno perso nel loro bagaglio tecnico-tattico-motorio le abilità necessarie , affinate attraverso apposite esercitazioni , per combattere alla corta distanza , nel momento in cui si giunge in una situazione di contatto con il corpo dell’avversario. Questa carenza è ancora più evidente nella riduzione sportiva del combattimento di Karate dove la ricerca della spettacolarità e dell’ampiezza del gesto, l’interruzione dell’azione da parte dell’arbitro etc. non stimolano nessun interesse verso lo studio e la pratica del combattimento ravvicinato, determinando così grandi limitazioni tecniche e psicologiche nel karateka, allenato esclusivamente per il combattimento sportivo, che si trovi a fronteggiare una situazione di combattimento reale o più vicino alla realtà e comunque perdendo un prezioso tesoro di informazioni per lo sviluppo della propria pratica.
Lo stesso Jigoro Kano (fondatore del Judo), che conosceva il Karate di Funakoshi , rimase profondamente impressionato dalla dimostrazione che Chojun Miyagi il (fondatore del Goju-Ryu) diede in suo onore in occasione della visita di Kano ad Okinawa nel 1927.
Dopo la dimostrazione Kano chiese a Miyagi: "Ci sono ne-waza (tecniche di lotta al suolo) nel Karate ?" Miyagi rispose che nel Goju-Ryu non solo ci sono tecniche di ne-waza ma anche nage-waza (tecniche di proiezione), shime-waza (tecniche di strangolamento) e Gyaku-waza (tecniche di leva articolare) e ne dimostrò alcuni esempi sottolineando l’importanza del controllo respiratorio nell’azione. Il praticante di Goju-Ryu di Okinawa esercita continuamente le proprie abilità nel combattimento ravvicinato sia attraverso l’uso di particolari attrezzature d’allenamento che sviluppano la capacità di presa, di leva, di stabilità e forza, nonché la capacità di usare tutto il corpo coordinato con il respiro e l’energia (Ki) nelle applicazioni tecniche.
Inoltre pratica vari esercizi di combattimento: dal Randori (combattimento rallentato finalizzato a migliorare la creatività d’azione e l’istintualità) al Bunkai Kumite (applicazioni in coppia del Kata, con particolare enfasi posta sullo Zanshin e sulla determinazione nell’azione), allo Iakusoku e Renzoku (combinazioni più o meno complesse di attacco-difesa), al combattimento libero nella forma dell’Iri-Kumi (termine liberamente tradotto come ” combattimento continuo ” o “ combattimento a corta distanza ”, forma di combattimento con contatto pieno che permette, con o senza protezioni apposite di applicare tecniche di calcio alle gambe e di ginocchio, atemi a mano aperta e di gomito, prese, leve, proiezioni e Ne-Waza : lotta a terra). Infine, essenziale esercitazione al combattimento ravvicinato, definita dal fondatore Chojun Miyagi: " L’autentico combattimento del Goju-Ryu", è il Kakie.
A causa della loro 'fresca' relazione con il combattimento reale, che si decide di solito in uno o due metri quadri, queste arti marziali contenevano molte tecniche per il combattimento a corta distanza, come le cosiddette Qinna o tecniche di presa, incluse proiezioni, strangolamenti, attacchi ai vasi sanguigni, leve articolari, attacchi ai punti vitali, etc. Tecniche che, oltre a colpi di gomito, ginocchio calcio e attacchi di testa,tendono a giocare un ruolo determinante in un combattimento reale dall’antichità fino ad oggi.
Le tecniche di presa menzionate sopra erano, ed ancora sono, praticate nel bunkai kumite e kakie.
Molti esercizi per il combattimento della Cina Meridionale cominciano da una situazione in cui i praticanti già sono in contatto con certe parti del corpo, soprattutto l'avambraccio. Gli avambracci sono spesso denominati ‘ponti’ poiché connettono i corpi dell'assalitore e del difensore e creano l’occasione per entrare nella difesa dell'assalitore.
Oggi , ancora molti di questi esercizi esistono e sono praticati nelle arti da combattimento della Cina Meridionale e di Okinawa. Ben noti esempi di questi sono tuishou ( mani che spingono ) del Taijiquan e chishou del Yongchun quan. Nel Karate Goju-ryu di Okinawa questo genere di esercizi sono raccolti sotto il nome di “ kaki ”’,pronunciato “ koki ” nel dialetto del Fujian , e giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo delle abilità nel combattimento2.
L'impatto della pratica del kakie sullo sviluppo delle abilità del karateka, sia da una prospettiva marziale che terapeutica , può essere enorme a causa dell’intenso , continuo e vivo feedback che ottiene il praticante . Il Kakie è un interessante punto d’incontro di differenti esercizi di karate-do , connette la fondamentale e profonda ginnastica terapeutica e i principi meditativi del kata Sanchin , la ricchezza tecnica del Bunkai kumite e la potente dinamica dell’Iri kumi.
Dalla prospettiva della ‘cinetica ed energetica il kakie ha un forte impatto sulla capacità di radicare e stabilizzare la propria postura, centrarsi; regolare il respiro, l’assorbire ed estendere la potenza, muchimi, chiru nu chan chan (più avanti spiegherò il significato di questi termini)3 e altre qualità di base.
Le tecniche di presa, incorporate nel bunkai kumite e nel kakie, e derivate dai movimenti dei kata, sono dette tuite (tuidi) o gyakute. Tuite può essere tradotto come ‘mani che afferrano. Gyakute letteralmente significa ‘mani rovescianti ’, spiegando il suo carattere difensivo facendo riferimento al rovesciare, allentare o rilasciare una presa dell’avversario con il significato di tecniche di leva articolare , proiezioni , strangolamenti o altro.
Le stesse tecniche di tuite o gyakute possono anche essere applicate contro attacchi di calcio o di pugno.
Le situazioni di combattimento a corta distanza richiedono delle abilità specifiche che non possono essere sviluppate attraverso pratiche di combattimento a lunga distanza . A corta distanza è più difficile parare e attaccare con atemi , in particolare spesso gli attacchi non possono essere percepiti con la vista perché l’avversario è molto vicino e sono lanciati da una distanza ridotta ( il che richiede una specifica capacità di sviluppare potenza senza nessun caricamento del colpo : ) , il tempo di reazione è inoltre ridotto al minimo . In questa situazione di combattimento si deve fare affidamento ad una sensibilità specifica al contatto con l’avversario, una sensibilità che permetta letteralmente di intuire le sue intenzioni sul nascere.
Il combattente allenato a questo tipo di combattimento giunto alla corta distanza cercherà di ‘aderire’ al corpo dell’avversario per percepirne le intenzioni attraverso le tensioni e distensioni muscolari e le canalizzazioni energetiche, soffocandone sul nascere l’azione o indirizzando l’energia a proprio vantaggio.
Morio Higaonna Sensei è solito dire: "Il kakie è particolarmente indicato nel combattimento a corta distanza. Nel normale kumite sono per lo più gli occhi che leggono le intenzioni dell’avversario. Nel combattimento ravvicinato, invece, è vitale percepire il movimento dell’avversario attraverso il tatto."
Questo sviluppo della sensibilità, con e senza contatto, è strettamente collegata all’affinare quella capacità che nel dialetto di Okinawa è definita ‘chiru nu chan chan’.
Questo termine si riferisce ad una azione esplosiva che deriva da una perfetta coordinazione nella contrazione e decontrazione dei muscoli e dei tendini, ma ha connotati più profondi che comprendono la capacità di anticipare l’attacco dell’avversario incrementando la propria sensibilità, il che permette di esprimere azioni fulminee riducendo al minimo il tempo di reazione.
A livelli avanzati questa sensibilità si estende ad un livello mentale ed energetico definito ‘kanken’, che può essere tradotto come intuizione o sesto senso.
Questa capacità (chiru nu chan chan), anche muscolare, può essere ottenuta solo a prezzo di un quotidiano allenamento ed è tenuta in grande considerazione dai maestri di karate di Okinawa.
La realtà del combattimento impone inoltre al combattente che cerchi la corta distanza di sviluppare la capacità di assorbire qualche colpo nel chiudere la distanza. In altri termini, è necessario sviluppare l’abilità, di assorbire gli attacchi in quelle aree del corpo che possono essere protette attraverso una specifica contrazione muscolare e attraverso particolari cambiamenti della posizione di guardia.
Il Goju-Ryu di Okinawa prevede molti esercizi che forgiano il corpo e le estremità affinché acquisiscano questa resistenza all’impatto e che inoltre permettono di sviluppare la capacità di assorbire l’impatto nel modo più razionale e meno dannoso attraverso la giusta coordinazione tra movimento, contrazione e respiro.
Esempi di queste esercitazioni sono il: tai atari, l’ude tanren e l’allenamento al makiwara.
Gli esercizi di Tai atari e di Ude tanren hanno la loro origine nello stile luohan quan o ‘la boxe del monaco’. Il luohan quan insieme al hu quan o ‘boxe della tigre’ e allo he quan o ‘boxe della gru’, sono le fondamenta da cui si è evoluto il Goju-ryu di Okinawa.
Fondamentale è inoltre sviluppare la capacità di incrementare la propria energia vitale (Ki), accumularla nel Tanden e indirizzarla alle aree che subiscono il contatto “ fondendo il Ki ” nelle ossa , muscoli e tendini.
La base per lo sviluppo di queste abilità energetiche è l’allenamento del Kata Sanchin.
Il Kata Sanchin è finalizzato proprio all’unificazione della mente e del corpo attraverso l’incremento e il controllo del respiro e dell’energia, ed è a pieno titolo considerato una forma di Kiko , esercizio per il Ki . Sanchin significa proprio risolvere i “ tre conflitti tra “ corpo , mente e respiro “ .
Un particolare tipo di pratica respiratoria esercitata nel Goju-ryu di Okinawa e fondamentale nel combattimento a corta distanza è il metodo “ noon”. In questo genere di respirazione si impara a trattenere il respiro durante l’estensione di energia, questo permette di assorbire colpi mentre si attacca con tecniche di pugno, calcio, si proietta... Questa dinamica respiratoria richiede un alto livello di controllo respiratorio, un forte sviluppo del tanden e l’apertura dei meridiani energetici.
Una delle abilità che l’esercitazione Kakie permette di acquisire nel combattimento ravvicinato è proprio questa capacità di sospendere il respiro al culmine dell’azione.
Anche nel Kata superiore Suparinpei troviamo in varie fasi questa particolare dinamica respiratoria “noon “ .
In altri eventuali articoli mi propongo di illustrare altri aspetti della pratica del Goju-Ryu di Okinawa tra i quali gli esercizi di potenziamento muscolare-energetico , Bunkai Kumite , Iri Kumi....
Torniamo per ora a parlare dell’esercitazione Kakie.
Nell’esercitazione Kakie i due (a volte tre) praticanti partono da una situazione di contatto dell’avambraccio anteriore e cercano una forte stabilità attraverso il ‘radicamento’ (definito rooting in inglese) sviluppato con l’allenamento del Kata Sanchin abbinato alla necessità di essere estremamente mobili e paradossalmente “ leggeri ” negli spostamenti (questo fa perfettamente comprendere i principi “ GO “ e “ JU “ ) quindi cominciano a ‘spingere’ verso il corpo del compagno. La ‘spinta’ (che può trasformarsi in atemi ) può avvenire sul piano orizzontale o su quello verticale.
La risposta alla spinta sarà quella di deflettere la forza attraverso il corretto movimento delle anche e di tutto il corpo centrato nel tanden con particolare attenzione al controllo del respiro e alla sensibilità che nasce dalla giusta alternanza di tensione e rilassamento. La spinta verticale viene assorbita nel “ tandem” . Varie possono essere le modalità di questo esercizio di base del Kakie : occhi chiusi e reazione alle rotture di ritmo del compagno, ammortizzare i muscoli della spinta per dirigere l’energia e sviluppare la forza nei distretti muscolari interessati all’azione e altre forme di esecuzione. In ogni caso il fondamento della pratica è : trovare il proprio centro e agire a partire da lì. In seguito si cominciano ad applicare leve, proiezioni , atemi , prese e pressioni a punti vitali a partire da questa situazione di contatto reagendo all’azione d’attacco del compagno . Fino ad arrivare ad applicare liberamente, in una sorta di combattimento libero, le tecniche e le relative risposte di liberazione , contrattacco , leve articolari ecc .
La capacità di controllare e dirigere la forza dell’avversario, nel combattimento a corta distanza, richiede di saper controllare, assorbire, deflettere ed evadere la forza stessa. Tutte queste abilità si allenano nel Kakie. La capacità di controllare la forza dell’avversario è sviluppata attraverso i movimenti muchimi che si trovano oltre che nel Kakie anche nei Kata . Muchimi nel dialetto di Okinawa viene definito un movimento appiccicoso , pesante e fluido caratterizzato da tecniche di presa e parata evolute che oltre a riflettere l’energia dell’attacco tengono sotto controllo e disturbano l’equilibrio dell’avversario per il tempo sufficiente al contrattacco.
La capacità di assorbire l’energia, da non confondere con la capacità di assorbire un colpo , è allenata nelle esercitazioni di base del kakie in cui si “ assorbe” la spinta dell’avversario nel Tandem , da dove riparte poi la forza di ritorno.
Le abilità richieste in quest’azione sono chiamate nelle arti marziali cinesi: “ tunjin’ e ‘ tujin “ .
Tunjin significa “ abilità nell’inghiottire o assorbire e tujin significa “ abilità nel risputare o restituire .
Nel movimento verso l’avversario la potenza è penetrante “ è sovrabbondante , mentre nel movimento di ricezione della forza viene utilizzata energia sufficiente ad assorbire la forza e dirigerla verso il suolo o il tanden. E’ come se il corpo si espandesse e contraesse.
La capacità di assorbire la forza, allenata nell’esercizio del Kakie, è anche utilizzata in particolari parate ‘morbide’ (ju) spesso combinate con tenshin, tai sabaki e o taihiraki ( spostamenti, schivate con tutto il corpo o solo col busto).
La capacità di deflettere un attacco può essere combinata con la capacità di ‘assorbire’ o ‘far rimbalzare via la forza dell’attacco.
Evadere utilizzando tai sabaki, tai hiraki e tenshin è difficile da padroneggiare nel combattimento a corta distanza, ed è allenata attraverso il kakie , permettendo di ottenere attraverso lo spostamento di tutto il corpo o parte di esso una migliore posizione strategica rispetto all’avversario trasformando la difesa in contrattacco.
Il confronto con il Kakie apriva talvolta ad Okinawa le “sfide” tra Karateka ( kake-dameshi ) permettendo così ai contendenti di percepire il livello dell’avversario ed eventualmente riconoscerne la superiorità rinunciando al combattimento.
Ho percepito personalmente questa realtà praticando in più occasioni kakie con Higaonna Sensei .
Nonostante ritengo di aver acquisito una discreta abilità in questo esercizio mi sono sentito completamente sovrastato dalla potenza e dal controllo del Maestro .
E’ difficile esprimere a parole ciò che può essere compreso solo attraverso la pratica corporea.
Spero comunque di aver trasmesso qualche impressione ed informazione se non altro per ricordare a tutti i Karateka , spesso delusi da una pratica finalizzata esclusivamente all’agonismo, che esiste un tesoro di informazioni che si sta irrimediabilmente perdendo .
Che esiste una pratica completa ed appagante che permette di crescere per tutta la vita non solo nello sviluppare la propria capacità combattiva ma anche e soprattutto che permette attraverso i propri preziosi strumenti educativi di conoscersi e perfezionarsi come uomini completi.

Esercizio del K a k i e

domenica 20 dicembre 2009

Aspetta e spera


Aspetta e spera... che la Pagoda (prima o poi) si avvera.

 La pagoda, una struttura nata per ospitare le arti marziali, che a causa delle continua inoperosità, dovuta al disinteresse politico, è divenuta ormai una delle tante cattedrali del deserto, in una città come Reggio Calabria, che non può permettersi il lusso di sperperare le già esigue strutture.

Nonostante l’interesse di tante associazioni e circoli sportivi, che hanno sempre anelato ad utilizzare la struttura comunale, concepita proprio per attività sportive, dopo decenni di continue attese, nel 2006, veniva inaugurata la palestra di arti marziali sportive, la pagoda appunto, di fronte ad una nutrita schiera di personaggi politici ed autorità istituzionali e sportive.  Dopo i convenevoli di rito, è bene ricordare che proprio nella conferenza stampa che seguì l’inaugurazione, l’allora assessore allo sport Veneziano, annunciò l’inizio di un corso gratuito di difesa personale dedicato alle donne, il cui importo, stimato in 15 mila euro, sarebbe stato interamente a carico del comune.

Puntualmente - è inutile dirlo - questa, come tante altre iniziative reggine, partite sotto i più rosei auspici, cadde nel dimenticatoio. Forse perché le arti marziali non sono portatrici di opportunità [leggi interessi economici e politici] come altre attività sportive più note, fatto sta che dopo un po' di tempo, la pagoda finì con l’essere accantonata, trasformandosi da bella e costosa struttura qual era, ad un ricovero per topi e gatti randagi in stato di completo abbandono. Ma come spesso accade, al disinteresse diffuso delle varie amministrazioni comunali, si è contrapposto l’interesse di chi, con grande forza di volontà e contando unicamente sui pochi mezzi personali e sulla passione dei propri allievi, ha pensato bene di indire non uno ma ben tre corsi gratuiti di difesa personale, svolti nel triennio 2006 -2009.

Francesco Cuzzocrea, noto nel mondo del Karate tradizionale stile Seigokan, per essere l’unico responsabile nazionale della Seigokan Italia, ha tenuto questi corsi annuali, col chiaro intento di utilizzare la pagoda per divulgare le arti marziali.  Tale titolo, è bene ricordarlo, gli è stato conferito nell'ottobre del 2008, da allora il suo dojo è l’unico in Italia a praticare il karate tradizionale Seigokan per espressa autorizzazione del direttivo giapponese. Francesco Cuzzocrea, direttore Italiano della Seigokan Goju-ryu karate do, è l’unico insegnante designato a promuovere e divulgare in Italia il karate Seigokan. Da trentotto anni, studia e insegna le arti marziali tradizionali [mai sportive], testimoniando con il proprio stile di vita, come quest'arte marziale orienti chi la pratica ad esaltare quei valori come: integrità, onore, disciplina, cortesia e dedizione;

tutte qualità che portano all’eccellenza nelle arti marziali, oltre che nella vita e che migliorano sia l’individuo che la società.

 

Ma forse è proprio questo che non si vuole, insegnare dei valori come quelli sopraelencati, metterebbe in cattiva luce, chi fino ad oggi, ha perseverato nel portare avanti i propri interessi, al di là di ogni beneficio collettivo, sottolineando come la politica, non sia un attività destinata alla società ma soltanto a singoli individui.

Altrimenti perché tenere chiusa una struttura completata da oltre due anni? forse per una questione di opportunità, vale a dire attendere le prossime elezioni per utilizzarla come merce di scambio?

Ufficialmente, per oltre due anni l’amministrazione comunale, ha sbandierato l’ipotetico certificato di idoneità, senza il quale la pagoda non può essere aperta.

La palestra resta chiusa senza che nessuno abbia la possibilità di utilizzarla. E come se non bastasse, oltre al danno dello sperpero di denaro pubblico, si è aggiunta la beffa. Infatti, cosa poco nota è che gli alunni della vicina Scuola Media Ugo Foscolo, sono costretti a svolgere le proprie lezioni di educazione fisica sull’asfalto, con buona pace per le più elementari norme di sicurezza paventate da riforme scolastiche e norme legislative. Allo stesso tempo, i praticanti di arti marziali, si accontentano di allenarsi in palestre di fortuna, inadeguate alle loro attività, non potendo in alcun modo usufruire di una struttura, pensata e realizzata proprio per le loro esigenze specifiche.

A noi, assuefatti testimoni ormai abituati a tali situazioni,  non resta altro che aspettare e sperare, aspettare che qualcuno gridi allo scandalo, magari portando in evidenza il problema a qualche trasmissione dedicata, come “Striscia la notizia” o “Le iene”, programmi televisivi che da tempo hanno sostituito efficacemente i nostri rappresentanti politici, ormai troppo occupati a rappresentare unicamente se stessi.

 

martedì 8 dicembre 2009

Dimostrazione di arti marziali per Telethon


l karate come mezzo di impegno sociale.

Sabato 12 dicembre alle 17.00, l’accademia di arti marziali “Go Ju Ryu Karate do” terrà una  dimostrazione di arti marziali per Telethon..

 

L’accademia di arti marziali “Go Ju Ryu Karate do” di Reggio Calabria, già unica sede italiana riconosciuta della  scuola internazionale di karate Seigokan, ha aderito con entusiasmo alla manifestazione Telethon, che avrà luogo nei giorni 11 e 12 dicembre a Reggio Calabria, presso il piazzale antistante il supermercato Quiiper  del Viale Calabria.

L’iniziativa, che avrà come scopo la raccolta di fondi da devolvere  per la ricerca scientifica sulla distrofia muscolare ed altre malattie genetiche, ha ottenuto fin da subito, l’immediata adesione della prestigiosa scuola di karate reggina, che già in più occasioni, ha manifestato particolare sensibilità per le iniziative sociali.

Per l’occasione, è stata organizzata una dimostrazione particolarmente innovativa, che consentirà anche agli spettatori presenti, di poter prendere parte alle attività proposte.

“è una novità assoluta quella che proponiamo quest’anno”, - rende noto il Sensei Francesco Cuzzocrea, VI° dan Seigokan Goju-ryu Karate Do  nonché docente di difesa personale della Polizia di Stato Italiana – “che avvicina molto il karate tradizionale alla gente comune, consentendogli di prendervi parte attivamente”.

Nessun dubbio permane sulla sicurezza di chiunque vorrà cimentarsi per l’occasione in alcune forme di combattimento controllato, meglio note con il nome di Kata; “le attività poste in essere dagli allievi della nostra accademia sono effettuate in massima sicurezza, proprio perché frutto di anni ed anni di esperienza, quindi non c’è nessun pericolo di farsi del male, poiché le tecniche eseguite durante la dimostrazione verranno effettuate unicamente da professionisti”.

Un iniziativa di per se già prestigiosa, che vedrà impegnate, accanto all’accademia “Go Ju Ryu Karate do”,  anche altri nomi illustri, che faranno da sponsor per l’occasione; tra questi:

l’Hotel Montesano, il conosorzio del parco commerciale “Le Ninfee”, la banca BNL – Gruppo bnp paribass.

 

Il Responsabile per le Relazioni Pubbliche

Della  “Okinawan Go Ju Ryu Karate do”

Marco Lucisani

 

giovedì 26 novembre 2009

Diplomi dal Giappone


Diplomi dal Giappone per gli allievi del Maestro Cuzzocrea

Direttamente dalla sede mondiale della Seigokan, i prestigiosi riconoscimenti sono stati consegnati al maestro di Karate tradizionale Francesco Cuzzocrea.
Non si può certo dire che il Giappone si sia dimenticato della scuola di karate reggina, l'Accademia di arti marziali "Go Ju Ryu Karate do" di Reggio Calabria. Proprio ieri, “ 12/10/2009 “ infatti, la stessa si è vista recapitare un plico proveniente direttamente dal Giappone, all'interno del quale erano presenti almeno trenta diplomi in pergamena per gli altrettanti allievi del maestro Francesco Cuzzocrea, istruttore di difesa personale della Polizia di Stato, nonchè cintura nera 6° dan di Karate tradizionale stile Seigokan Goju Ryu . La sorpresa è stata ancora più accentuata dal fatto che, a neanche un mese dagli esami tenutisi presso la sede dell'accademia, sita in Viale Calabria 133/A, direttamente dalla commissione mondiale della Seigokan giapponese.

I prestigiosi diplomi, che nulla hanno a che vedere con quelli sportivi rilasciati in Italia, sono stati conferiti a tutti gli allievi che hanno partecipato agli esami. Inutile sottolineare la soddisfazione del Maestro Cuzzocrea, il quale è notoriamente conosciuto nel mondo delle arti marziali tradizionali internazionali. Per maggiori informazioni http://www.karatereggiocalabria.jimdo.com/

sabato 21 novembre 2009

Lontano 2007

Era il lontano 22.03.2007 , i lavori della struttura sportiva denominata Pagota, sembravano completati ma, con i soldi dei cittadini si puo' sempre approfittare . A chi la diamo in gestione questa struttura ? Alla FIJLKAM ? E perche' ? . Togliete le mani da questa struttura questa, deve essere messa a disposizione di chi ne fa richiesta, ovvero di cittadini che pagano le tasse per avere un bene e non un favore , su questo non ci piove . La FIJLKAM se vuole una struttura tutta sua, potra' costruirsela con i propri soldi e non con quelli di tutti i contribuenti di altre federazioni ed associazioni. La FIJLKAM ha tanto diritto quanto ne hanno le altre associazioni ne piu' ne meno . Noi tutti chiederemo l'uso della pagota al comune e non alla FIJLKAM .


mercoledì 18 novembre 2009

Francesco Santonocito

L A

S T O R I A

D I

F R A N C E S C O

S A N T O N O C I T O

Spesso si riflette su come sia possibile trovare la forza di amare la vita anche quando la vita ti sembra voltare le spalle. La storia di Francesco Santonocito è quella di un campione del mondo di arti marziali, che otto anni fa’ a causa di una malattia rara ha rischiato di morire per ben due volte, fino all’epilogo tragico dell’amputazione delle gambe. All’improvviso ha compreso che avrebbe perso le facoltà fisiche e la vita sua vita ha preso una piega tutta diversa. Non ha più avuto una percezione uguale a prima. All’inizio si hanno difficoltà notevoli-Racconta il signor Santonocito, in genere siamo abituati a vedere noi stessi come estensione del corpo. Ad un certo punto sei conscio che in vita esiste in dotazione una forza e uno spirito che non tutti hanno in dotazione o in uso. Lo sport, le arti marziali e la fede ti conducono al punto di usare la tua forza. Per me che sono un credente conservo in queste discipline una scintilla divina.

Da dove viene , questa forza c’è. Tante volte cerchiamo le chiavi di casa impazziamo per cercarle e poi ci accorgiamo di averle in mano. Le filosofie, l’amore, la fede ed il conforto degli amici ti insegnano a trovare questa energia e ad usarla. La vita ha dei confini che non devono essere considerati in base alla capacità e all’abilita’ motoria della persona, ma per il suo valore e per i suoi valori. In questo caso qualunque situazione della vita vale la pena di viverla, se si ha una relazione di utilità per la propria anima e per l’anima di coloro che ti sono vicini e che ti amano. Il signor Santonocito ha ritrovato, dopo la malattia, questa forza che è derivata da un metodo che ha appreso dalle arti marziali , quelle vere, praticate con sacri crismi. Non ci sono ricette e segreti in questo approccio, ma piuttosto un metodo che porta ad affrontare le situazioni di emergenza come situazioni ordinarie, situazioni estremamente compresse e disorganizzate emotivamente, questa è la base pragmatica delle arti marziali, che poi diventano una vera disciplina, una condotta di vita, un modo per arrivare alla forza enunciata più volte da quest’Uomo. Tale filosofia di vita del signor Santonocito consiglia di amministrare il panico ed il terrore, in modo che così tutto diventa una questione di ordinaria gestione. Non si ha così il tempo di commiserarsi- confida il signor Santonocito-, ma piuttosto si ha più volontà di cercare energia. Per anni ho avuto un fisico che mi sorreggeva e mi ha dato tante soddisfazioni. E’ stato sempre appresso al mio spirito estroso. Ho sempre avuto un grande rispetto per la debolezza, non intesa come pietismo, ma come necessità civica di alleviare a chi non ha la potenzialità, a chi non ha la strada. Da ciò si evince che Il Sig. Santonocito non vede la disabilità come un limite, ma quasi come una differente possibilità, come se la disabilità (termine non amato dal signor Santonocito) fosse paradossalmente un’altra strada per accorgersi della forza cui ognuno di noi può attingere. Con una protesi particolare, oggi Santonocito ha ricominciato a camminare, questo evento a suo dire gli ha provocato un diluvio emotivo, una felicità enorme. Il dono non ha niente a che vedere con la carità o con la solidarietà, il dono è l’unico miracolo che l’uomo fa da solo. Io ho assistito ad un miracolo in cui i protagonisti erano coloro che mi stavano attorno e mi hanno regalato un paio di gambe nuove. A oggi il signor Santonicito continua a insegnare arti marziali. Ritengo che fino a oggi si sia un po’ ghettizzata la disabilità anche nel campo sportivo. Lo sport vuol dire diportarsi, divertirsi. Bisognerebbe tornare a cogliere l’antico spirito che non antepone l’interesse all’essenza, e al principio.

martedì 17 novembre 2009

La Pagoda


Che fine ha fatto la Pagoda di Reggio Calabria ?

Una struttura davvero particolare nella sua forma. Una costruzione che attrae la curiosità dei cittadini per la sua bella composizione risulta essere in stato di abbandono.

Il terreno annesso alla scuola media “Ugo Foscolo”, in Via Frangipane nella zona del Viale Galileo Galilei, dove una volta esisteva uno spiazzo in cui i ragazzi delle varie classi dello stesso istituto svolgevano l’ora di educazione fisica, accoglie da qualche anno la palestra “La Pagoda”, una struttura straordinariamente elegante di uno stile che ricorda le costruzioni orientali ed avrebbe dovuto ospitare atleti di varie discipline sportive. La sua edificazione si svolse quasi nei tempi previsti riuscendo, per questo, a far godere ai cittadini, almeno dal punto di vista ottico, della splendida nuova creazione. Peccato che le solite incognite di carattere tecnico-amministrativo, non hanno permesso l’utilizzo di un luogo che avrebbe dovuto da subito accogliere atleti rientranti soprattutto per gli adolescenti.

Okinawa e Seigokan Kata Goju-Ryu Karate-Do

Kihon tsuki-no kata , Ukeno kata, Sanseru e Shisochin eseguiti da Sensei Francesco Cuzzocrea




Okinawa e Seigokan kata Goju Ryu Karate Do

domenica 15 novembre 2009

Italia Dojo Seigokan Goju-Ryu Karate-Do

Falun Dafa


U n a
b r e v e
i n t r o d u z i o n e

Falun Gong (noto anche come Falun Dafa) è un’antica forma di Qi- Gong , una pratica per purificare il corpo e la mente attraverso speciali esercizi e la meditazione. Come il Tai Chi, il qigong è una parte essenziale della vita di molte persone in Asia. Quasi ogni giardino cinese era pieno di persone che si esercitavano all’alba.

In pochi anni, dalla sua introduzione al pubblico, la Falun Dafa è diventata la forma di qigong più praticata nella storia cinese. Il motivo principale di questo fenomeno è che la Falun Dafa si distingue da altre forme di qigong perché non enfatizza solo la pratica fisica, ma soprattutto la coltivazione del carattere morale di una persona nella vita quotidiana, in accordo con i principi elevati insegnati dal Sig. Li Hongzhi, il fondatore della Falun Dafa.

L’efficacia della Falun Dafa nel miglioramento della salute e i suoi principi profondi l’hanno resa popolare velocemente in tutto il mondo. Da quando fu introdotta al pubblico nel 1992 dal Sig. Li Hongzhi, ha attratto decine di milione di persone di più di 60 paesi.

Le persone che praticano la Falun Dafa provengono da ogni immaginabile sentiero della vita, poiché la Falun Dafa trascende tutte le frontiere culturali, sociali, economiche e nazionali. La pratica si è diffusa ampiamente tramite il passaparola, perché spesso quelli che l’hanno imparata trovano dei benefici troppo preziosi per tenerli solo per se stessi.

La pratica della Falun Dafa è semplice, profonda ed efficace. Consiste principalmente in due parti: il miglioramento di se stesso attraverso lo studio dell’insegnamento del Sig. Li e la pratica dei cinque esercizi dolci della Falun Dafa. Gli esercizi, inclusa la meditazione, sono facili da imparare e piacevoli da eseguire, inoltre sono anche rilassanti e potenti. Gli studenti della Falun Dafa amano praticare insieme in gruppo all’aria aperta. Gli insegnamenti sono esposti principalmente in due libri: Falun Gong e Zhuan Falun, che sono disponibili in una ventina di lingue, incluso l’italiano.

Tutti i libri sono anche disponibili gratuitamente sul sito internet della Falun Dafa:
http://www.falundafa.org/ (tutte le lingue)

2. I principi della pratica
I benefici della pratica della Falun Dafa sono numerosi, partono dal miglioramento della salute alla scoperta della nuova energia che dona il sollievo dallo stress e la chiarezza e la pace della mente. Inoltre la Falun Dafa è diversa da altri sistemi di qigong perché trascende la ricerca del benessere fisico, ma mira all’ottenimento della saggezza e dell’illuminazione spirituale. Al centro della pratica ci sono i principi supremi dell’universo: Verità, Benevolenza e Tolleranza. Attraverso la combinazione dello studio dei libri e l’esercitazione della pratica, i praticanti cercano di diventare persone migliori, mettendo in pratica questi principi nella vita quotidiana.

3. Va bene anche per me?
Milioni di persone hanno scelto di praticare la Falun Dafa, dedicandole parte della loro vita quotidiana. Semplicemente provando, essi hanno scoperto che è un valido e piacevole investimento del loro tempo verso la salute, la felicità e una vita piena di significati. La richiesta per avere tutto questo è una mente aperta e un cuore pieno di buona volontà. Ognuno è benvenuto. La Falun Dafa è apolitica, informale e completamente gratuita, senza nessuna obbligazione o iscrizione. Tutti i libri possono essere scaricati dal sito gratuitamente. Vi invitiamo a provare questa pratica meravigliosa ed a scoprirla da soli.

Potete liberamente stampare e far circolare tutti gli articoli pubblicati su Clearharmony, citando la fonte.


Esercitazioni Falun Dafa

Tomba del Sensei Seigo Tada

Luogo ove è sepolto Ho Sensei Seigo Tada

sabato 14 novembre 2009

International Seigokan Goju-Ryu Karate-Do


I N T E R N A T I O N A L

S E I G O K A N

G O J U - R Y U

K A R A T E - DO


Intraprendi un interessante, salutare e remunerativa carriera facendo qualcosa che ti appassiona e che puoi usare in qualsiasi parte del mondo.

Che cos’e’ la Seigokan Goju Ryu Karate do ?

La Seigokan è la scuola che ha mantenuto, nel corso degli anni lo stile originario del karate, insegnando la pratica del " kara-te ", cioè mano vuota. I maestri riconosciuti dalla Seigokan, trasmettono quindi, la pratica dell’arte marziale intendendola non solo come tecnica di calcio e pugno o della lotta in generale, ma come stile e comportamento che l’essere umano deve adottare nel contrastare in modo appropriato le avversità del vivere quotidiano. La pratica dell’arte marziale supera i confini del potenziamento fisico e assume la connotazione di allenamento mentale per cui il karateka, riconoscendo le proprie debolezze e istintività, riesce a controllarli in questo senso fa il kara “ vuoto “ mentale che gli consente di agire nella maniera e misura adeguata al caso .

L’accademia del maestro Cuzzocrea, è l’unica scuola in Italia di arti marziale giapponese, ufficialmente riconosciuta dalla Scuola Seigokan come sistema di istruzione terziario con l’intento di promuovere Corsi di Istruttore permettendo di conseguire il diploma di III° Dan.

Le lezioni vengono tenute presso la sede dell’accademia cinque giorni alla settimana, con la possibilità di brevi lezioni ideate su misura per scuole, imprese e gruppi.

Perche’ il sistema Seigokan Goju Ryu ?

Alcune scuole di arti marziali focalizzano l’allenamento su vistose quanto poco pratiche tecniche di difesa personale , la cui applicazione in situazioni di combattimento reale così come in tornei e’ molto limitata.

La particolarità del metodo di insegnamento dell’Accademia Goju Ryu consiste nel fatto che ogni tecnica insegnata e’ applicabile in situazioni reali.

Gli studenti imparano a usare la massa del proprio corpo in movimento con efficienza in modo da generare potenza e agilita' . Questo avviene, attraverso una serie di esercizi propedeutici che abituano il corpo ad economizzare i movimenti, consentendo l’ utilizzo minimo della forza .Tali esercizi, permettono in maniera semplice e spontanea sia la difesa che lattacco .

L’uso della massa corporea e delle leve, aumenta l'abilità a neutralizzare gli attacchi eliminando la necessità di utilizzare la forza .

ll miglioramento della struttura corporea, la coordinazione dei movimenti, il controllo del corpo , permette anche lo sviluppo della forza mentale, o energia interna detta “ chi “ . Usando il “ chi “ , gli studenti saranno capaci di sviluppare una potenza uguale a quella sviluppata da una persona fisicamente molto più forte.

Essendo il Goju-Ryu, un metodo di difesa personale scientifico, bisogna comprendere ed assimilare a fondo quest’arte prima di poterlo applicare in una situazione reale . Gli studenti dell’Accademia vengono incoraggiati a porre domande riguardanti le ragioni per le quali si compiono determinati movimenti, piuttosto che limitarsi a copiare tali movimenti, per cui il rilassamento, la concentrazione ed il controllo della mente sono parte integrante del sistema infatti, l’obiettivo e’ quello di sviluppare la mente ed il corpo:

L’importanza di imparare l’arte tradizionale originale

A causa della semplicità dei movimenti, il Goju-Ryu e’ uno stile facilmente imitabile. Tuttavia, senza la conoscenza dei veri principi dell’arte, anche lo studente più bravo può avere dei problemi in una situazione di uno scontro reale. Egli capirà che le tecniche non funzionano se si adotta l’uso della forza .

Il maestro Cuzzocrea ha insegnato, nel corso della sua carriera, a molti allievi i quali si erano allenati nel modo sbagliato presso altri maestri. Queste persone in genere usano i muscoli sbagliati quando colpiscono, applicano la forza in modo errato, ricorrendo alla forza bruta, per cui hanno sviluppato cattive abitudini. Questo fatto rende difficile per loro iniziare un nuovo metodo corretto ed alle volte sono costretti ad iniziare addirittura a livello di principianti.

Dice il maestro Cuzzocrea " : l’obiettivo dell’accademia non e’ di creare dei superuomini o delle superdonne, ma garantire l’abilità in modo da non usare la forza ; la potenza, i riflessi e la condizione fisica miglioreranno attraverso un metodo di insegnamento efficace."

Frequentare la nostra Accademia offre agli studenti di osservare il funzionamento di una scuola d’arti marziali di successo dall’interno.

E’ un’esperienza importantissima per chiunque intenda dedicarsi all’insegnamento di arti marziali.
I corsi sono aperti a tutti , non lasciatevi condizionare da fattori quali pigrizia , età , sesso , timore o vergogna nel provare a fare un qualcosa per voi nuovo , basta essere persone comuni motivate dal desiderio di migliorare se stessi . Viene dato ampio spazio alle esigenze delle singole persone e alle loro caratteristiche ( fisiche ed emotive ) , cercando di non modificare brutalmente le loro reazioni istintive .

Per maggiori informazioni potrete inviare un’email all’indirizzo di posta elettronica :

gojuryu.karatedo@tiscali.it

http://www.seigokanirc.ning.com/

http://www.karatereggiocalabria.blogspot.com/

http://www.bebreggiocalabria.ning.com/

Tel + 3 9 / 3 3 1 3 7 7 3 0 0 2

domenica 21 giugno 2009

Nessuno è Profeta in Patria

Nessuno è Profeta in Patria.

La città di Reggio Calabria è ormai diventata il riferimento italiano del Karate tradizionale stile Seigokan, grazie unicamente all’impegno del Sensei Cuzzocrea e di pochi suoi allievi.


Conclusasi la visita del direttivo Seigokan, avvenuta in occasione del primo stage italiano, tenutasi il giorno 26 Maggio di quest’anno. Il bilancio che se ne trae è del tutto positivo per l’accademia di arti marziali reggina “Okinawan Go Ju Ryu Karate do”. Questa, guidata dal sensei Francesco Cuzzocrea, ha fatto gli onori di casa, ospitando la commissione mondiale giapponese composta dal Direttore Masatomi Tsuji, il Vice-direttore Seigokan, lo Shihan Shinsaku Murata (8°dan), il Sensei Koichi Nakano (5°dan) direttore internazionale assistente istruttore, e dal responsabile europeo per la Seigokan, lo Shihan Josè Santana (6°dan).
I dirigenti Seigokan hanno manifestato il proprio plauso nei confronti del Sensei Francesco Cuzzocrea e dell’Accademia di arti marziali da lui fondata, conferendogli l’incarico prestigioso di primo ed unico responsabile nazionale della Seigokan per l’Italia, che colloca l’Okinawan Go Ju Ryu Karate do, all’interno del circuito mondiale delle arti marziali tradizionali. Il direttivo Seigokan ha mostrato inoltre, ulteriore soddisfazione, per le doti e l’elevata condotta morale e professionale del maestro Cuzzocrea e di tutti i suoi allievi.
Giusto riconoscimento quindi per chi, in oltre trentacinque anni di esperienza dedicati alla cultura del Karate tradizionale ha sempre cercato, con grande umiltà, il miglioramento personale sempre nello spirito delle arti marziali, senza mai fare sfoggio delle proprie qualità e dei propri titoli, ma percorrendo una strada fatta di umiltà e purtroppo anche di delusioni, ma sempre con grande dignità e onore.
Entro il 2010, rende noto il Responsabile delle Pubbliche relazioni dell’Accademia, Lucisani Marco, il maestro Cuzzocrea, unitamente ad altri maestri provenienti da quasi 25 nazioni tra cui: India, Gran Bretagna, Brasile, Portogallo e naturalmente Italia “si recherà in Giappone per affrontare gli esami di verifica del VI° dan e confermare in tal modo il proprio titolo, di fronte ad una commissione interamente composta da maestri giapponesi della scuola Seigokan.
È importante sottolineare che i gradi delle cinture nere, arrivano fino all’8° dan nella scuola Seigokan, pertanto, un VI° dan Seigokan, equivale ad un VII° dan e così via.
Parte dell’esame, inoltre, comprenderà l’esposizione di una tesi sviluppata intorno al karate tradizionale che il candidato dovrà proporre di fronte alla commissione, che unitamente all’esecuzione dei kata richiesti, formerà parte integrante dell’esame stesso.
Un esame teorico-pratico quindi, ben lontano da quelli sbandierati dalle troppe società di arti marziali, che per esame intendono nella maggior parte dei casi, la semplice iscrizione pecuniaria al fine di conferire un mero attestato al candidato.
Nulla a che vedere quindi, con quelli giapponesi, riservati prima di tutto a maestri di karate tradizionale, che devono aver dimostrato concretamente, e non a parole, la conoscenza approfondita delle tecniche di esecuzione, respirazione ed equilibrio del karate. I candidati inoltre, devono dimostrare di aver sviluppato una capacità di concentrazione di un certo livello, ma soprattutto, devono avere una condotta morale irreprensibile, che testimoni il rispetto dei principi basilari delle vere arti marziali, vale a dire: rispetto per la vita, per il prossimo, onestà e tutte quelle qualità morali (che per la cultura orientale rivestono ancora un significato importante), che elevano una persona al rango di essere umano.
Per quanto riguarda lo stage avvenuto il 26 maggio presso l’accademia di arti marziali Okinawan Go Ju Ryu, nulla si è preteso dal Comune di Reggio Calabria, il quale però, visto il carattere internazionale della manifestazione ed in aperto contrasto con la condotta consueta adottata fino ad ora, ha pensato bene di impegnare le già precarie casse comunali con l’acquisto di ben sei (leggasi sei) targhette di premiazione, da donare ai membri del direttivo Seigokan, nonché al responsabile europeo, lo Shihan Josè Santana.
Una somma irrisoria di circa un centinaio di euro, che, a fronte delle spese sostenute dalla Società sportiva reggina per: vitto, alloggio nonché il viaggio dei membri della commissione, da qualcuno è stata interpretata più come una presa per i fondelli, che da vero e proprio contributo per la manifestazione.
Ma del resto, se oggi in tutta Italia l’unica scuola di arti marziali tradizionali Seigokan si trova a Reggio Calabria, il merito è soltanto di Francesco Cuzzocrea che attraverso l’impegno personale e di pochi allievi, ma soprattutto senza l’appoggio dell’ente, ha creato -è proprio il caso di dirlo- dal nulla, il riferimento italiano del Karate tradizionale.
Appare ovvio, quindi, in un contesto dove gli interessi predominanti sono soggettivi, riferiti cioè ad una crescita meramente personale e non collettiva, che il contributo comunale, si sia concretizzato al fine di lasciare una memoria (seppur blanda) di se, da portare oltre oceano e non per premiare l’impegno ed il risultato di chi ha fatto, ed anche bene, creando da solo i presupposti per questa serie di riconoscimenti. Ben venga quindi il disinteresse di chi è rimasto sordo fino a ieri alle continue lecite richieste di un associazione sportiva, che ha dovuto raggiungere i propri obiettivi in solitaria, ma che adesso è giusto che sia l’unica a raccoglierne i frutti.
D’altronde è risaputo, nessuno è profeta in patria.

M. Francesco Cuzzocrea

domenica 25 gennaio 2009

Kata Tensho per il Shihan Francesco Cuzzocrea

Kata Tensho eseguito da Shihan Francesco Cuzzocrea

Italia Seigokan Logo

Parte di Piazza Castello a Reggio Calabria Italia

Seigokan a Reggio Calabria

Reggio Calabria riferimento italiano del Karate tradizionale Seigokan

Dal Portogallo apprendiamo che la nostra città, tradizionale fanalino di coda in molti campi, possiede l’unica scuola di Karate stile Seigokan riconosciuta in Italia .Quanto sappiamo davvero della nostra città? Oltre agli annosi problemi di ambiente, edilizia, viabilità e non ultimo quello dell’acqua potabile, ogni tanto qualcuno riesce, seppure tra mille difficoltà (e quasi sempre senza l’aiuto delle istituzioni), a portare un po’ di lustro al nostro capoluogo. Questo è quanto si desume dalla lettura di un articolo apparso sulla rivista Budo International – rivista internazionale di arti marziali, a pagina diciassette del numero di dicembre dell’ edizione portoghese. Secondo quanto riportato, nell’ottobre di quest’anno, una delegazione internazionale, guidata dal maestro Josè Santana, è giunta a Reggio Calabria con l’intento di svolgere uno stage della durata di circa tre giorni (18 - 19 - 20 ottobre), sulle tecniche del Karate tradizionale.

<> [prosegue l’articolo] <>. La Seigokan, tanto per chiarire, è la scuola mondiale di Karate tradizionale per eccellenza, nonché una tra le migliori al mondo.

La portata dell’evento, passato inosservato solo ai non addetti ai lavori (primo fra tutti il Comune), è stata di grande impatto mediatico, almeno nel mondo del karate internazionale. Basti pensare che a capo della delegazione portoghese, vi era il maestro Josè Santana, istruttore capo della Seigokan portoghese, nonché suo responsabile europeo.

La storia della palestra reggina Okinawan Gojuryu Karatedo (ma sarebbe più appropriato chiamarlo Dojo) e del maestro Francesco Cuzzocrea fa da insegnamento per tutti coloro i quali, pur avendo modeste conoscenze in materia, vantano di essere degli esperti nel settore. <> [afferma il maestro Cuzzocrea], <<è la dimostrazione lampante di come l’impegno e la costanza alla fine ripaghino ogni fatica, in questo come in tante altre discipline>>. Dedicando oltre trent’anni della propria vita, buona parte dei quali passati ad apprendere il karate, il maestro Cuzzocrea ha infine ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte di una scuola mondiale tra le più importanti in assoluto e direttamente dal suo responsabile europeo; Josè Santana.

<> [continua l’articolo] <>.
Un grande insegnamento, dunque, per ribadire che appena fuori da un piccolo ambiente “borghesuccio e di periferia”, è necessario dimostrare con i fatti e non solo a parole, il proprio valore e le proprie reali capacità.

Marco Lucisani
Responsabile P.R.
Soc.Spor.Dil. Okinawan Gojuryu

Consegna Bandiera Seigokan

SEIGOKAN: La scuola più prestigiosa al mondo...



ReggioPress

Reggio Calabria e la sua Provincia dentro la cronaca

KARATE. La scuola più prestigiosa al mondo incontra il maestro Cuzzocrea

Sabato 25 Ottobre 2008 11:21 Francesco Loddo

Nei giorni scorsi, la città ha ospitato una delegazione internazionale, formata da maestri di arti marziali e condotta dal Maestro 6° dan Santana, responsabile europeo della Seigokan e da due suoi allievi Ricardo Correia e Luis Goncalves,una delle più prestigiose scuole di arti marziali al mondo nonché la più grande scuola di Karate esistente in Giappone, che vanta tra l’altro, oltre 2 milioni di iscritti nel mondo. La delegazione, proveniente direttamente dal Portogallo, ha avuto come unico fine incontrare il maestro Francesco Cuzzocrea, già istruttore di arti marziali della Polizia di Stato, il quale, dopo 35 anni di intensa pratica delle arti marziali tradizionali, ha ricevuto il riconoscimento ufficiale da parte della scuola Seigokan Okinawa Go Ju Ryu Karate Do. In tal modo si profila per l’accademia di arti marziali del maestro reggino, denominata “Okinawan Go Ju Ryu Karate Do, sita in viale Calabria, l’accrescimento del proprio prestigio, proponendosi come punto di riferimento della Scuola Seigokan per tutta Italia divenendo altresì, meta internazionale dei più preparati maestri e delle migliori scuole di arti marziali esistenti al mondo. Prova di ciò ne è il fatto che già dal prossimo 18 Novembre, giungerà una prima visita da parte della delegazione Seigokan brasiliana, nonché del giapponese Maestro Shian di 7° dan Takeschi Fukuchi, uno dei membri della commissione centrale della Seigokan giapponese, con sede a Imegi e nel mese di aprile o maggio in data da destinarsi è previsto la visita di due gran maestri della Seigokan Shian Murata e Tsuji massimi esponenti della Seigokan mondiale. Importante dire che in tutta questa storia, un ruolo fondamentale (d’altronde non potrebbe essere altrimenti, visto che viviamo nell’epoca della multimedialità) lo ha giocato internet, infatti, tale situazione si è potuta concretizzare, poiché i maestri internazionali, hanno potuto vedere sull’ormai famoso sito web di condivisione video “YouTube” (per i più curiosi cercare su internet “karate Reggio Calabria”), le performance eseguite dal maestro Cuzzocrea e dai suoi allievi, riconoscendovi lo stile Go Ju Ryu, durante l’esecuzione di alcuni Kata inequivocabilmente originari della scuola Seigokan. Il maestro Cuzzocrea, è in grado di eseguire tali forme, poiché è uno dei pochi maestri in Europa, ad essere stato allievo di un maestro giapponese, questi a sua volta, allievo del famoso maestro e monaco Zen Shian Miki, il quale a tutt’oggi è direttore dell’originaria scuola Seigokan giapponese, da tali maestri, infatti, sono stati trasmessi in forma integrale, i vari movimenti originali dei kata tradizionali e delle forme autentiche, che solo pochi maestri riescono ad eseguire correttamente. Un ultima doverosa nota va fatta in tutta onestà alla pedissequa amministrazione comunale, la quale, coerente con i propri costumi, non ha giocato alcun ruolo di supporto in tale importante evento, difatti, pur essendo al corrente dei continui sviluppi dell’Accademia di Arti Marziali “Okinawan Go Ju Ryu Karate Do”, che, dal 1995 ad oggi si sono incessantemente susseguiti, questa, è stata sorda alle legittime richieste di supporto e di incentivazione che ogni Comune “avrebbe” il dovere etico di attribuire a quelle associazioni che con il loro impegno, contribuiscono alla valorizzazione del territorio e del Comune stesso.

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