mercoledì 18 novembre 2009

Francesco Santonocito

L A

S T O R I A

D I

F R A N C E S C O

S A N T O N O C I T O

Spesso si riflette su come sia possibile trovare la forza di amare la vita anche quando la vita ti sembra voltare le spalle. La storia di Francesco Santonocito è quella di un campione del mondo di arti marziali, che otto anni fa’ a causa di una malattia rara ha rischiato di morire per ben due volte, fino all’epilogo tragico dell’amputazione delle gambe. All’improvviso ha compreso che avrebbe perso le facoltà fisiche e la vita sua vita ha preso una piega tutta diversa. Non ha più avuto una percezione uguale a prima. All’inizio si hanno difficoltà notevoli-Racconta il signor Santonocito, in genere siamo abituati a vedere noi stessi come estensione del corpo. Ad un certo punto sei conscio che in vita esiste in dotazione una forza e uno spirito che non tutti hanno in dotazione o in uso. Lo sport, le arti marziali e la fede ti conducono al punto di usare la tua forza. Per me che sono un credente conservo in queste discipline una scintilla divina.

Da dove viene , questa forza c’è. Tante volte cerchiamo le chiavi di casa impazziamo per cercarle e poi ci accorgiamo di averle in mano. Le filosofie, l’amore, la fede ed il conforto degli amici ti insegnano a trovare questa energia e ad usarla. La vita ha dei confini che non devono essere considerati in base alla capacità e all’abilita’ motoria della persona, ma per il suo valore e per i suoi valori. In questo caso qualunque situazione della vita vale la pena di viverla, se si ha una relazione di utilità per la propria anima e per l’anima di coloro che ti sono vicini e che ti amano. Il signor Santonocito ha ritrovato, dopo la malattia, questa forza che è derivata da un metodo che ha appreso dalle arti marziali , quelle vere, praticate con sacri crismi. Non ci sono ricette e segreti in questo approccio, ma piuttosto un metodo che porta ad affrontare le situazioni di emergenza come situazioni ordinarie, situazioni estremamente compresse e disorganizzate emotivamente, questa è la base pragmatica delle arti marziali, che poi diventano una vera disciplina, una condotta di vita, un modo per arrivare alla forza enunciata più volte da quest’Uomo. Tale filosofia di vita del signor Santonocito consiglia di amministrare il panico ed il terrore, in modo che così tutto diventa una questione di ordinaria gestione. Non si ha così il tempo di commiserarsi- confida il signor Santonocito-, ma piuttosto si ha più volontà di cercare energia. Per anni ho avuto un fisico che mi sorreggeva e mi ha dato tante soddisfazioni. E’ stato sempre appresso al mio spirito estroso. Ho sempre avuto un grande rispetto per la debolezza, non intesa come pietismo, ma come necessità civica di alleviare a chi non ha la potenzialità, a chi non ha la strada. Da ciò si evince che Il Sig. Santonocito non vede la disabilità come un limite, ma quasi come una differente possibilità, come se la disabilità (termine non amato dal signor Santonocito) fosse paradossalmente un’altra strada per accorgersi della forza cui ognuno di noi può attingere. Con una protesi particolare, oggi Santonocito ha ricominciato a camminare, questo evento a suo dire gli ha provocato un diluvio emotivo, una felicità enorme. Il dono non ha niente a che vedere con la carità o con la solidarietà, il dono è l’unico miracolo che l’uomo fa da solo. Io ho assistito ad un miracolo in cui i protagonisti erano coloro che mi stavano attorno e mi hanno regalato un paio di gambe nuove. A oggi il signor Santonicito continua a insegnare arti marziali. Ritengo che fino a oggi si sia un po’ ghettizzata la disabilità anche nel campo sportivo. Lo sport vuol dire diportarsi, divertirsi. Bisognerebbe tornare a cogliere l’antico spirito che non antepone l’interesse all’essenza, e al principio.

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